Papavero giallo. Un fiore che abita i margini
L’ho incontrato grazie agli occhi sensibili di Gio.
Scendevamo al mare tra pietre smussate dall’acqua, sulla spiaggia intima di Caronia,
sotto le piante eccentriche di fichidindia e il dondolio sobrio dell’acqua.
Ed eccolo, il papavero giallo: traboccante di petali dal giallo glaucescente,
come luce marina posata sulla pietra calda.
Alofita, ama le spiagge ricche di nitrati, le dune costiere, i ruderi, le scarpate aride.
Luoghi che l’uomo spesso considera marginali - e che questa pianta abita con grazia,
come fosse un altare emerso dalla sabbia.
Le sue foglie cauline, di un verde azzurrato, si ergono lungo il fusto,
come arricciate folte si aprono alla luce.
I fiori emergono come fiammelle eteree, e i lunghi frutti - capsule arcuate - accolgono
il vento seguendone la direzione.
La specie ha un vasto areale eurimediterraneo: dal Portogallo alla Grecia,
dalla Sicilia al Nord Africa. Un linguaggio vegetale che si muove lungo le coste,
solitario, tenace, arrossato da tramonti lascivi.
Ritornare a osservare insieme
Viviamo in un’epoca che teme il disordine.
Che ripulisce i margini, elimina il diverso, e chiama tutto questo “progresso”.
Ma la biodiversità è resistenza.
È memoria. È ricchezza. È rifugio. È bellezza che non si può riprodurre in serie.
Il giallo glaucescente di questa pianta è un atto poetico.
Un invito a piegarci e a meravigliarci di ciò che cresce da sé.
Prendersi cura
Fotografare il Glaucium flavum è riconoscere un segreto in pieno sole.
È ascoltare un sussurro gioioso e godere del tempo lento della natura.
È un gesto piccolo ma essenziale:
stare con ciò che esiste,
senza volerlo cambiare, sistemare, contenere.
In un mondo che sterilizza i luoghi per renderli “utili”,
questa pianta mi ricorda che anche il rudere, la spiaggia dimenticata,
la scarpata abbandonata, possono essere casa.
E che per non inaridirci, dobbiamo tornare a osservare.
Tornare a prenderci cura. Tornare a fiorire. Abitare la natura.
Questo lavoro si è arricchito grazie a
Flora di Sicilia
di Salvatore Cambria
e Beppe Di Gregorio, la guida più completa per l’identificazione della flora dell’isola,
frutto di un impegno paziente e amorevole. Alla loro dedizione, che sa di terra viva
e di osservazione gentile, va la mia più sincera gratitudine.

























