Prima di lasciare questa regale dimora
Una mattina che comincia tra i rovi. Con Gio decidiamo di raccogliere le prime more,
così le dita si tingono di viola e il sapore dolce indugia a lungo in bocca.
Rientrando a casa penso già a una galette, questa volta dedicata a chi incontreremo nel pomeriggio.
Sono Martin Declève e Valérie Verdinne, persone che hanno saputo riconoscere nei Nebrodi una bellezza unica,
tanto da fermarsi qui e scegliere di custodire un’antica dimora nobiliare, densa di storia e fascino.
Scrivo a Martin e verso sera li raggiungiamo. Li troviamo ancora intenti a riordinare e pulire,
ma il loro sorriso è luce di empatia e accoglienza sincera. È allora che ci raccontano di
DDT Project e della preparazione
della loro prima esposizione collettiva pensata per legare il passato al contemporaneo, intersecando
memoria storica e nuovi sguardi.
Prima di lasciare questa regale dimora è un progetto che trasforma le Case Natoli, abbandonate da decenni,
in un luogo vivo in cui epoche diverse si parlano e generano nuove visioni di futuro. È un invito a percorrere stanze e giardini
lasciandosi guidare dai sensi, un cammino che restituisce linfa a un ambiente nobile e lo apre come spazio di incontro,
creazione e ricerca condivisa.
Mentre raccontano, con la stessa naturalezza con cui si aprono le porte della dimora, Martin mi invita a fotografare questa prima iniziativa.
Desidera che il mio sguardo possa diventare memoria, traccia viva di quell’inaugurazione. Accogliere questo invito mi colma di gioia
e l’onore di poter raccontarlo con i miei scatti mi emoziona profondamente.
Così inizio a osservare i dettagli: i pavimenti antichi che custodiscono il suono dei passi, gli affreschi che rivelano la grazia
di mani sapienti, capaci di tanta finezza. La vegetazione che avvolge alcuni punti della dimora e i frutti che esplodono di luce sembrano unirsi
in un linguaggio, che collega retaggi del passato al contemporaneo.
Sul davanzale di una finestra una scritta lasciata nel 1903: parole di ringraziamento semplici, ma ancora oggi vibranti. Una in particolare
mi resta impressa, antica e quasi dimenticata: svisceratamente. Una parola forte, che sembra nominare l’essenza stessa di questo luogo,
e credo che Martin e Valérie l’abbiano respirata ancor prima di leggerla.
Così questa prima iniziativa diventa un invito al ritrovo, alla scoperta della bellezza autentica e concreta.
Qui, una selezione degli scatti che vuole restituire il succo di questa esperienza preziosa e condivisa.
Régis Baudy, Sébastien Bonin, Alessandro Costanzo, Étienne Courtois, Martin Declève, Myriam El Haïk, Laurent Friob, Anna Guillot,
Sebastiano Leta, Renee Marcus Janssen, Emmanuel Piron, Rawakari, Agostino Rocco, Alfredo Sciuto.











































